Recensione di "LIGHTYEAR - LA VERA STORIA DI BUZZ" (2022)
Aggiornamento: 18 giu 2022
Regia di Angus McLane - FILM DISNEY-PIXAR - RICCO DI SBALZI DI TONO
“Nel 1995 un bambino di nome Andy (vedi ‘Toy Story’) ricevette un giocattolo ispirato all’eroe del suo film preferito. Questo è quel film…”
Queste sono grossomodo le parole che aprono la visione di Lightyear; la “vera” storia di Buzz. Tuttavia è curioso notare come questo film abbia ben poco in comune con i film popolari del 1995, anno in cui l’apice degli eroi dei film per famiglie si ritrovava in pellicole come ‘Batman & Robin’, il primo ‘Mortal Kombat’, e ‘Power Rangers – il film’.
Anche lo stile estetico rispecchia poco l’aspetto vintage del “1995”; è troppo ben filmato. L’ambientazione è epica, spaziale, ricca di scene d’azione superbamente animate. Una cosa invece che sembra rispecchiare lo stile anni ’90 alla perfezione: sono gli sbalzi di tono.
L’atmosfera inizia dalla solenne, audace avventura galattica, con spade, pistole laser e navicelle spaziali. Si passa a protagonisti che guardano oltre l’infinito orizzonte con sguardo serio, assorto, profondo e meditabondo, per poi tornare improvvisamente alla rocambolesca commedia fuori dalle righe e piena di tormentoni per intrattenere il pubblico più giovane. Questi, chiamiamoli sbalzi di umore, a volte sono fatti bene, altre volte… meno bene.
Non è propriamente una origin story dell’iconico personaggio Pixar. Quando Buzz (Chris Evans in originale, Alberto Malanchino in italiano), dopo chissà quanto tempo, si risveglia dalla fredda camera del sonno ipergalattico, esce dalla navicella e tasta il suolo di un pianeta sconosciuto, lui è già un capitano fatto e finito. Ha ancora qualche lezione da imparare nel corso della sua avventura, ma i suoi anni da recluta novellina ed inesperta non vengono esplorati. Il che, secondo me, è un peccato. Da come Buzz ne parla, in un rapido monologo, sembravano davvero IMBARAZZANTI. Avrebbero potuto offrire una dose extra di (umoristica) esplorazione del percorso interiore del personaggio.
Così com’è, l’avventura è solida: un misto fra ‘Guerre Stellari’, ‘Interstellar’ e un mini-pizzico di ‘2001: Odissea nello Spazio’, con tanto di distorsioni spazio-temporali. I personaggi di supporto possono essere spassosi, a momenti. Talmente sbadati, al limite del ridicolo, tra inciampi e pulsanti sbagliati premuti al momento sbagliato. Praticamente responsabili di ogni singola spiacevole situazione in cui si ritrovano, al punto tale che, senza ironia, si potrebbe dire che i loro peggiori nemici sono loro stessi. Tra questi, c’è un gatto robot multiuso – Sox – in grado di fare praticamente tutto. Senza di lui a salvare i nostri eroi da molti pericoli, il film sarebbe estremamente breve. Se avessi la possibilità di farmi regalare una tuta da Space Ranger funzionante o quel gatto, sceglierei cento volte il gatto.
Per i bambini più piccoli forse gli sbalzi di tono non funzionavano come avrebbero dovuto. Molti marmocchi, seduti attorno a me nel cinema in cui sono stato, non facevano che lamentarsi delle scene lente e piangere a quelle “paurose”. Forse questo film è più adatto dagli adolescenti in su, o forse ero solo arrivato il giorno sbagliato nella sala sbagliata.
Fosse davvero uscito nel 1995, questo film sarebbe straordinario e innovativo. Come film da 2022 è… OK.
Tuttavia, mentre il pianeta terra va sempre più in malora, un’escursione nello spazio per cercare altri pianeti abitabili non è poi una cattivissima idea.
- “Verso l’infinito e oltre” – Buzz Lightyear
(PS: Nel film compare una coppia gay, seppur brevemente. Ad oggi, è la scena più esplicitamente progressista che abbia mai visto in un film Disney o Pixar. C’è ancora della strada da fare, ma per intanto… Tanto di cappello).
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